APPROCCIO ALLA RICARICA (regole base per il neofita)

In questo spazio si discute solamente di caricamento delle cartucce a pallini. Le nostre esperienze, la nostra conoscenza saranno a disposizione di tutti

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APPROCCIO ALLA RICARICA (regole base per il neofita)

Messaggioda Vagante » 8 apr 2020, 19:49

Inizio questo post nell’intento di dare, a tutti quelli che si avvicinano alla ricarica, una formazione base sui suoi principi, onde non incorrere in spiacevoli errori, ma anche per far comprendere che una volta assimilati i meccanismi, ognuno avrà le capacità di regolare gli assetti prescelti, alle sue peculiarità con grande soddisfazione. La ricarica è un crescendo di piccoli aggiustamenti, di piccole personalizzazioni, di ragionamenti e di osservazioni sulle regole recepite e sulle prove effettuate. A poco a poco constatare che quello che ai fatto con le tue mani è un piccolo capolavoro, crea una passione a cui ogni volta che ci si accinge (come per la caccia), produce all’interno del nostro corpo sensazioni, ormoni e feromoni che ci fanno stare bene, e non è una esagerazione, almeno per me anche la ricarica ha il suo piacevole sapore.
Le indicazioni che seguono sono per una piccola parte considerazioni mie e per la maggiore una raccolta di pareri espressi su vari post dai moderatori e dagli esperti di questo forum in 10 anni di attività, non faccio nomi per non dimenticare nessuno, ma vi assicuro che tutti ci hanno messo del loro con grande competenza. Di certo non pretendo di riportare la verità assoluta, per cui sono ben accetti gli interventi di precisazione ed integrazione, nonché le domande che vorrete fare. Quindi si parte!


Le peculiarità che una buona cartuccia dovrebbe avere sono 3:
1) una velocità terminale dei pallini ottimale
2) una buona rosata vista tridimensionalmente
3) pallini poco deformati.
Le caratteristiche del caricamento effettuato influenzano questi tre parametri e lo stesso è influenzato dalle condizioni climatiche.
Il più importante di questi tre parametri è la velocità terminale della carica.
Aggiungere o togliere intasamento all'assetto permette di riequilibrare questa velocità.
Cartucce velocissime, con pressioni nella norma e rosate stupende d’estate fanno solo penne e gli animali raccolti a centinaia di metri da dove sparato, sono trivellati di pallini; con l'avanzare della stagione fredda le stesse iniziavano a cambiare diventando sempre più performanti.
Tutto questo è imputabile alla "passata", ma naturalmente se poniamo un limite di velocità alle nostre cartucce non si verifica più, perché quelle sono le velocità che ammazzano.
la velocità è utile ad ammazzare bene e la pressione a mantenere i valori costanti.
Quindi possiamo accettare come velocità massime i 405-410 m/s d'estate e con piombo di grossezza superiore all'8 e una decina di metri in più di inverno, mentre con piombo più sottile è meglio stare al di sotto di 5-10 m/s a queste velocità.
La velocità ideale della carica dipende anche dal tipo di animale che insidiamo, naturalmente abbiamo una grossa differenza di resistenza da parte di un'anatra o di un tordo, nel primo animale possiamo anche attenerci a velocità leggermente superiori, perché l'effetto passata sarà mitigato dal fitto piumaggio da passare e da tessuti muscolari più duri.
valutazione di come l'animale viene colpito:
- normalmente la passata si manifesta con una vera e propria esplosione dell'animale che va via molto malconcio per poi cadere morto a distanza,
- mentre una cartuccia che ha scarsità di velocità terminale produce rosate molto compatte, ma di pallini poco penetranti, quindi grande spiumata e l'animale va via come se nulla fosse, oppure cade per poi riprendersi.
Valutazione alla placca, un multistrato da 6mm. + un secondo staccato di 10 cm.:
- Troppo lenta se non trapassa il primo pannello
- Troppo veloce se trapassa entrambi
- Corretta se passa solo il primo senza incidere il secondo
Teoricamente per ogni distanza di tiro ci vorrebbe la cartuccia appropriata, ma praticamente si cerca di ridurre i tipi di cartucce a disposizione ad un numero accettabile da partirsi dietro.

Il picco pressorio di una cartuccia, non ci indica solo se la cartuccia è sicura o meno, ma ci fornisce anche un parametro che è utile per avere una cartuccia costante. Anche in questo caso non è difficile produrre cartucce che abbiano velocità giuste con picco pressorio molto basso, ma tali cartucce non sarebbero sufficientemente costanti con il sopraggiungere del cattivo tempo (freddo e umido), quindi è buona norma attenersi a pressioni standard, normalmente possiamo ritenere corrette nel cal. 12 queste pressioni:
24g. ►450-550,
28g. ►500-600,
32g. ►580-630,
34g. ►620-680,
36g. ►670-720,
40g. ►750-820,
45g. ►800-880,
50g. ►850-920.
Ci deve essere quindi un corretto rapporto tra: velocità iniziale/numero del pallino
Se risulta ottimale per tordi/merli il rapporto 320/9 a 30 metri, a 50 metri dovremmo avere 420/9.
Se usiamo invece un pallino più fine la velocità dovrà essere superiore per avere le stesse capacità “mortifere”, inversamente se usiamo un pallino più grosso dovremo ridurre la velocità.
Passiamo quindi all’intasamento: con questo termine s’intende la resistenza che incontra una munizione allo “sbossolamento” che varia con il peso del piombo e con la resistenza dell'orlatura; ad esempio a parità di polvere, se aumenti il piombo, avrai più intasamento, idem con l'aumento della resistenza di orlatura, e le pressioni si alzeranno. Se vi è un problema di poco intasamento per far bruciare bene una polvere, non conviene fare una chiusura troppo marcata, perché ciò si tradurrebbe in un eccessivo schiacciamento del piombo e rosate poco omogenee, in questo caso la soluzione migliore è aumentare la quantità di piombo.
Adottando questa soluzione possiamo avere due responsi:
1) aumentiamo la pressione e la velocità, in quanto precedentemente parte della polvere non bruciava nei tempi giusti e non produceva quindi la giusta spinta sulla carica.
2) aumenta solo la pressione e diminuisce la velocità, in questo caso allora vuol dire che nel precedente assetto mancava polvere, e quindi basterà aumentarla per avere maggiore pressione e velocità, se in effetti il maggiore o il minore intasamento è dovuto al peso del piombo.
Attrito: con questo termine invece s’intende lo sfregamento dei pallini sulle pareti interne delle canne, più il piombo è fino maggiore sarà l’attrito a causa di una maggiore superficie di contatto. L’utilizzo delle borre contenitore limita l’attrito pallini/canna a quella parte di pallini che fuoriescono dal contenitore stesso, ci sarà di converso uno sfregamento del contenitore sulla canna, limitato però dalla conformazione del contenitore, che solitamente a minori punti di contatto con la canna.
I due fenomeni (intasamento ed attrito), anche se non in egual misura, hanno il medesimo effetto e cioè fanno aumentare le pressioni. Le differenze si avvertono eccome anche tra le numerazioni dell'11/12 e dell'8/9. Certo con le numerazioni del 7, 6, 5, si può ovviare con 5 ctg. di polvere in più, anzi normalmente è così che si fa; tuttavia con il piombo più fine te la devi giocare necessariamente sulla quantità di piombo o sull'altezza della chiusura.
Un ulteriore chiarimento è doveroso sul fenomeno detto “effetto tappo”, dato dalla compressione che subisce il piombo al momento dello sparo e dalla conseguente dilatazione verso l'esterno dello stesso, con l'attrito che ciò genera.
Questo fenomeno non è solo conseguenza del peso del piombo e dalla sua numerazione e della resistenza della chiusura allo srotolamento, anche se queste due cose ne sono le principali cause, ma anche dalla conformazione della borra e dal materiale con cui è fatta, dall'utilizzo di bossoli in plastica o cartone e soprattutto dalla vivacità della combustione.
Scegliere l’innesco: di per se la differenza di pressione fra un innesco e un altro non è rilevante, ciò che invece può assumere proporzioni notevoli è la differenza di pressione dovuta alla diversa combustione della polvere, dovuta ad un innesco più o meno potente.
Normalmente passando da un innesco energico ad uno debole abbiamo un aumento della progressività del ciclo combustivo e ciò può abbattere il picco pressorio di molti bar.
Questo però non dipende solo dal tipo di innesco, ma da una serie di fattori, che vanno dal tipo di polvere, alla borra utilizzata, al peso del piombo e al tipo di chiusura e alla sua resistenza allo srotolamento.
Inoltre dobbiamo tenere presente che la potenza dell'innesco, o meglio la capacità di accensione dell'innesco, dipende anche dalla rigidezza ed escursione dell'ammortizzatore della borra. Per fare un esempio (a parità di tutti gli altri componenti), può succedere che un innesco di media potenza, abbinato ad una borra rigida e con poca escursione dell'ammortizzatore, accenda meglio la polvere di un innesco potente, piuttosto che abbinato ad una borra morbida e con molta escursione.
Per cui la capacità del caricatore sta nel trovare l’assetto giustamente bilanciato che dia:
1) La corretta bruciatura della polvere
2) La giusta progressività per mantenere compatta la rosata
3) Un’ottima distribuzione della rosata stessa
4) La necessaria penetrazione dei pallini in funzione della distanza per cui la cartuccia è progettata.
La scelta della chiusura: per chiudere le cartucce possiamo scegliere fra tre tipi di chiusure con pregi e difetti che possiamo ottimizzare per ogni specifico assetto:
1) Orlo tondo: è la chiusura storicamente più vecchia concepita quando i bossoli erano solo in cartone, ma poi adattata anche a quelli in plastica. Balisticamente da uniformità di distribuzione dei pallini su tutta la rosata, sempre che il dischetto di chiusura (troppo grosso o troppo duro) non crei qualche scompiglio nella rosata stessa. L’orlo tondo crea per sua natura minor intasamento rispetto alla chiusura stellare, per cui la cartuccia richiede un dosaggio di polvere e piombo superiore rispetto alla stellare. A parità di lunghezza del bossolo, l’orlo tondo richiede borre più alte, è un altro fattore da valutare nell’elaborazione dell’assetto, dato che non tutte le borre rispondono in ugual modo modificandone l’altezza. L’orlo tondo è per definizione l’orlo più appropriato per i tiri a breve/media distanza, proprio perché l’uniformità della rosata consente di recuperare il piccolo errore di anticipo nel tiro a volo; ma non è sempre così: molti lo preferiscono anche per il long range quando c’è da esaltare le qualità balistiche della canna.
2) Chiusura stellare: è la chiusura più usata per praticità di realizzazione. Balisticamente da una rosata più nutrita al centro e più rada sui bordi. La resistenza allo svolgimento aiuta l’intasamento per cui in genere richiede minori dosaggi aiutando l’accensione delle polveri progressive più lente, di contro la resistenza stessa produce sui pallini periferici una deformazione che aiuta la dispersione dei pallini periferici stessi da qui se ne deduce il motivo della rosata più nutrita centralmente. La chiusura stellare richiede borre più corte meno soggette al disassamento ed è preferita per i tiri a lunga distanza, anche se necessita di una buona precisione nella gestione dell’anticipo da parte del tiratore.
3) Chiusura Paci o ogivale: è la più recente delle chiusure ideata e messa a punto dal nostro Gianni con la collaborazione di Stefano O.M.V., è una chiusura che comporta una termosaldatura e che per essere realizzata richiede l’apprendimento di una buona manualità, ma nel contempo è una chiusura che supera i difetti delle precedenti. La chiusura Paci crea un carico d'estrazione basso in confronto alle attuali chiusure stellare e tonda, questo perché appena il piombo si mette in movimento non deve srotolare nessun bordino, ma solo premere nelle pareti delle pieghe affinché queste si aprano. Inoltre il fatto di non dover srotolare il bordino comporta che il piombo marginale non si deforma, a tutto vantaggio delle velocità terminali e dei tiri lunghi. Inoltre il carico d'estrazione minimo consente di avere pressioni molto basse, ciò può essere sfruttato aumentando la quantità di polvere per raggiungere velocità impensabili fino ad ora, oppure aumentando la quantità di piombo si ha la possibilità di raggiungere grammature molto elevate con bossoli più corti: estremizzando si può caricare cartucce magnum in bossolo da 70.
Regolazione della carica in rapporto alla borra utilizzata: il concetto è sempre quello del carico d'estrazione, che è la risultante di n° 3 fattori:
- primo il peso del piombo,
- secondo la resistenza allo srotolamento della chiusura
- terzo la dilatazione dei pallini al momento dello sparo, con forte attrito sulle pareti del bossolo, quest'ultima cosa conseguenza diretta degli altri due fattori.
Un assetto, per avere una corretta combustione, deve avere un certo carico d'estrazione, perché se viene a mancare il giusto intasamento la polvere inizia a bruciare male e in modo discontinuo, quindi i valori di banco sono spesso altalenanti e l'assetto avrà a caccia risultati incostanti.
Sappiamo che vi sono borre che più di altre aumentano il picco pressorio, in parole povere ciò significa che quel tipo di borra vivacizza la combustione, ciò può avvenire per 3 motivi: una perfetta tenuta dei gas da parte della couvette, un ammortizzatore rigido e con poca escursione oppure un attrito con le pareti del bossolo eccessivo, dovuto spesso dall'altezza e spessore del bicchierino.
Queste tre caratteristiche possono essere presenti in una borra singolarmente o anche insieme e come sappiamo le borre Freeshot aumentano la pressione, mentre le Steel l’aumentano in modo esponenziale.
Se guardiamo la produzione attuale delle borre biorientabili, queste hanno sempre un elemento che consente loro di avere un picco pressorio controllato:
- la T30 della B&P ha un doppio ammortizzatore, quindi risulta particolarmente comprimibile e con un ammortizzatore molto morbido;
- la Gualandi Bior ha delle righine sulla couvette che fanno sfiatare in parte i gas, caratteristica che abbassa si il picco pressorio, ma con la controindicazione di avere valori non troppo costanti;
- La Freeshot non ha nulla di tutto questo ed è una borra che innalza molto il picco pressorio perchè vivacizza la combustione.
Anche per le borre con bicchierino ci sono queste differenze, notoriamente le Z2M della B&P, come le ECO Trap di Do Monaco riducono le pressioni, altre come le Piston Skeet della Gualandi e le LB della Balistica hanno un comportamento abbastanza neutro, mentre le Super G sempre della Gualandi e le Cheddite ancor di più, sono borre che alzano le pressioni.
Sempre per quanto riguarda il discorso borre possiamo fare un’ulteriore differenziazione in rapporto alla foratura della canna: ci sono borre che danno il meglio di se in canne forate strette (18,2/18,3) come può essere per la Eco, di converso altre che preferiscono forature medio-larghe come la Diamant di B&P, la V Zero di Gualandi e le Steel in genere, altre ancora che hanno capacità di dilatazione che si adattano bene a qualsiasi foratura ne è un esempio la Piston Skeet di Gualandi.
La sapiente utilizzazione di una borra piuttosto che un’altra, ci permette di migliorare la resa di una specifica cartuccia.
Pressione e velocità: per semplificare il concetto diciamo che la velocità è utile ad ammazzare bene e la pressione a mantenere i valori costanti.
Ciò ci porta a creare cartucce che abbiano delle soglie di velocità e pressione, ma che potrebbero anche non essere le ottimali in una determinata giornata. Partiamo dalla velocità che è quella che ci fa uccidere l'animale, come abbiamo già detto:
La velocità si calcola normalmente come V1 cioè ad un metro dalla bocca bella canna, la V0 in pratica è difficilmente calcolabile, avremo bisogno di due fotodiodi davanti alla bocca della canna molto ravvicinati e ciò non è auspicabile.
Alcuni banchi hanno anche la V2,5 oppure solo questa; questa velocità a 2,5 metri dalla bocca della canna può essere rapportata solo empiricamente alla V1, perchè è influenzata dalla grossezza del piombo e della rosata, entrambi questi fattori producono una maggiore o minore perdita di velocità dalla V1, per darvi un dato molto approssimativo siano nell'ordine dei 15-20 m/s di differenza.
Per cui prenderemo come riferimento la V1 che è quella più utilizzata. La V1 ottimale dipende dalla stagione in cui si spara, dalla grossezza del piombo e dall'animale che si insidia, questo perché oltre ad una certa velocità non possiamo andare perché subentrano problemi balistici, ad esempio rosate larghe, ma anche di inefficacia a causa del fenomeno della passata.
La pressione, o meglio il picco pressorio, non ci indica solo se la cartuccia è sicura o meno, ma ci fornisce anche un parametro che è utile per avere una cartuccia costante.
Anche in questo caso non è difficile produrre cartucce che abbiano velocità giuste con picco pressorio molto basso, ma tali cartucce non sarebbero sufficientemente costanti con il sopraggiungere del cattivo tempo (freddo e umido), quindi è buona norma attenersi a pressioni standart:
Normalmente possiamo ritenere corrette nel cal. 12 queste pressioni: 24g. 450-550, 28g. 500-600, 32g. 580-630, 34g. 620-680, 36g. 670-720, 40g. 750-820, 45g. 800-880, 50g. 850-920.
E mi fermo qui, sperando che commenti, domande e risposte non manchino.
Un saluto
Renato
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