Mi spiego meglio. Trovo normalmente che V1 di circa 420 msec siano spesso usuali per cariche del cal 12, mentre più spesso leggo di V1 pari a circa 400 msec per il cal 20 fino a V1 di circa 380 msec per il Cal 28 e poco più in basso per il cal 36.
Ovviamente si possono osservare molte eccezioni, ma le leggi fisiche che regolano il Lavoro necessario al lancio di un determinato peso, ci impongono di non superare determinate Pressioni medie "di esercizio" e, purtroppo, più piccolo è il calibro maggiore saranno queste necessarie per svolgere un determinato Lavoro.
Mi sono però concentrato non tanto sulla V1 e correlata P max di ciascun calibro, vicino alla boca da fuoco, ma su quello che in fin dei conti più ci interessa e cioè cosa succede ai pallini lanciati alla distanza di 35 metri, ovvero su un ipotetico bersaglio medio.
Nella tabellina allegata ho riportato le varie V35 residue dei pallini dal n. 10 al n.3 al variare della V iniziale, presupponendo come caratteristiche di ciascun calibro quelle ottenibili con Pmax nella norma e quindi non pericolosa.
Ad esempio si nota facilmente come per ottenere una V35 di pallini n 8 lanciati a 420 msec (Cal 12) sia necessario per il cal 20 (V0 400 msec) aumentare il diametro del pallino fino al n. 7, per il Cal 28 al n. 6 e per il Cal 36 al n. 5.
Questo perché maggiore diametro del pallino corrisponde a maggiore peso e quindi avrà una maggiore capacità di conservare la V iniziale impressa, contrastando l'attrito dell'aria.
Verrebbe spontaneo dire che minore è il calibro della carica, e quindi minore è la V0 naturale, maggiore dovrebbe essere il diametro dei pallini per garantire una uguale prestazione alla distanza.
Questo purtroppo cozza contro il buon senso: minore è il calibro, minore è la quantità di pallini lanciati, se per giunta li aumentiamo di diametro saranno veramente troppo pochi, ma questa è anche la spiegazione tecnica per cui il cal 12 è il calibro con le migliori prestazioni balistiche oggi permesso.
Ciao, Bernardo.
